Missiroli e la Romagna nascosta

E soprattutto, guardate con occhi scintillanti tutto il mondo intorno a voi, perché i più grandi segreti sono sempre nascosti nei posti più improbabili. Coloro che non credono nella magia non potranno mai trovarla.

(Roald Dahl)

3 della 4 etichette aziendali. L'ultima nata, DonnaElena e qui non presente, è un meraviglioso blendi di Sangiovese e Merlot.

Il Sangiovese coperto dalla neve di fine inverno

Non so se c'è un progetto, se tutto è nato dal caso ma proprio viaggiando, ci rendiamo conto che i paesaggi naturali che vediamo, lungo il percorso, sembrano spesso progettati per poter trarre, alla loro vista, un determinato godimento, una sicura soddisfazione. Compito nostro notare i particolari, la minuzia dei dettagli e solo così potremmo capirne l'insieme, la complessità: le sfumature di colore, i contrasti, le luci e le ombre, le forme, le linee e le curve creano una trama narrante che ci accompagna minuto dopo minuto. Tutto ciò poi cambia col passare delle ore, mutando di intensità, di tonalità.
Lasciando la Via Emilia e salendo verso Santa Sofia provenendo da Forlì, si attraversano diversi, bellissimi, borghi antichi dove i muri di sasso prendono il posto dei mattoni.
La Valle del Bidente prende il nome dall'arzillo e vivace fiume che la solca.
Il Bidente, bene o male, disseta la pianura e perché ciò avvenga è necessario prendersene cura, accudirlo, curarlo e scendendo verso l'Adriatico accoglie le acque di altri rami secondari e sfocia a Lido di Dante.
Man mano che si sale verso le colline, lasciandoci alle spalle Meldola, il verde delle colline si sposa perfettamente con l'azzurro del cielo e la luce si fa più brillante.

Prima di entrare a Civitella di Romagna si arriva a Cusercoli.
Come sempre, capito per caso e forse, il mio "capitare per caso", si rivela una meravigliosa esperienza; la sincerità dei produttori, impreparati ad accogliermi, si manifesta in una genuina relazione! 
Mi trovo presso l’Azienda Agricola Missiroli e qui si parla il "Sangiovese", una lingua senza incertezze di pronuncia, schietta e franca. E questo la dice lunga. Sugli 11 ettari vitati dell'azienda agricola ben 10,5 sono a Sangiovese e il mezz'ettaro rimanente a Merlot. 
L'azienda esiste dal XIX secolo e l'antenato Annibale Bernabei, uomo di grande spessore culturale, umanistico e produttivo preparava il terreno, letteralmente parlando, per una produzione di eccellentissima qualità.

Iniziano gli assaggi conditi da discorsi e aneddoti e dopo un Merlot degno di nota passo al Romagna Sangiovese Superiore DOC Annibaldo 2018 che si presenta con un 14,5% di alcool. Rosso rubino con riflessi granati, aromi fruttati e floreali, viola e rosa appassita si mescolano a ciliegia sotto spirito, mora, lampone. Spezie, pepe bianco, leggera vaniglia. Intenso al palato, i frutti neri e rossi diventano confettura mentre sul finire melograno, rabarbaro, bosso, cuoio e spezie ci fanno tornare con i piedi per terra, anzi, sulla terra. I tannini non sono spigolosi e ruvidi ma ben ammaestrati. Giustamente acido, equilibrato ed elegante. Adatto a piatti strutturati con carni rosse, cacciagione, brasati ed arrosti, Degno di nota con formaggi di grande stagionatura.
Lo proverei con un sincero piatto di strozzapreti al ragù di cinghiale.

Nel salutarci, le signore Missiroli mi accennano che la sera prima per cena hanno stappato un Annibaldo 1999 e che se avessi voluto mi avrebbero aperto un Annibaldo 1996 ma per rispetto di quella bottiglia, non l'abbiamo stappata durante un banale assaggio, avrebbe meritato molto di più.

Una concreta azienda tutta al femminile che meriterebbe una visibilità maggiore, per i vini che produce, per l’umanità che trasuda, per la tradizione che mantiene.

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