
Degustare un vino può anche diventare un momento di connessione con gli altri
Dopo avere raccontato di vitigni dimenticati o rari, di vini in abituale e odierna produzione sui Colli Bolognesi, vorrei analizzare cosa possa significare bere vino, cosa simboleggi, cosa aspettarci da lui.
Molto semplicemente, il vino è il prodotto della fermentazione totale o parziale del frutto della vite, composto da quasi la totalità di acqua, con acidi, zuccheri, sali minerali, sostanze azotate, vitamine e altre cose in piccolissime percentuali. Tutto qui? Non proprio.
Il vino accompagna l’uomo sin dalla notte dei tempi e gli è stata, da sempre, attribuita una connessione con un mondo ultraterreno, magico, soprannaturale, simbolo della benedizione divina, che allieta il cuore, elemento essenziale per la gioia della vita. Con questi attributi, cosa possiamo attenderci dal nostro bicchiere di Pignoletto o Barbera?
Dovremmo essere consapevoli che per dissetarci potremmo bere acqua, elemento essenziale per la vita ma che bere vino, oggi, ha una funzione ben diversa, come ad esempio espandere un’esperienza culinaria, intensificare relazioni interpersonali, approfondire una personale introspezione.
Il vino vorrebbe essere raccontato, vissuto, condiviso. I latini con degustare, intendevano l’assaggiare con piacere e attenzione, ascoltando i sensi per raccoglierne ogni dettaglio. Una bottiglia di vino non la si finisce in fretta, ma le si dà il tempo per relazionarsi, di svelarsi, si versa con calma e si assapora ogni sorso che sarà un’esperienza diversa ogni volta.
Apprezzare un vino, quindi, va ben oltre il semplice atto di bere, è un'esperienza sensoriale che può toccare corde più profonde.
Quando si degusta un vino, non ci limitiamo a percepirne il gusto. Si entra in un mondo fatto di aromi, colori, consistenze e suoni, e ogni aspetto di questa esperienza può risvegliare emozioni e ricordi. Il profumo di un vino può evocare sensazioni piacevoli e il suo sapore può ricordare luoghi o momenti speciali. Un vino particolarmente pregiato o raro può addirittura suscitare una sensazione di connessione con la terra in cui è stato prodotto, creando una riflessione profonda sulla natura e sul tempo.
Il vino, come esperienza sensoriale, diventa uno stimolante per l'introspezione, ogni sorso invita a fermarsi, ad ascoltare se stessi, a notare come le proprie percezioni cambiano. Si entra in una sorta di meditazione che porta alla consapevolezza del "qui e ora". Quando si beve, per noi, un buon vino, ci si concede un momento di pausa, un'opportunità per riflettere sulle proprie emozioni, pensieri e persino sulle proprie relazioni con gli altri.
Ogni bottiglia poi, racconta una storia: la storia e i sacrifici del viticoltore, pagine di tradizione, racconta dell’arte dietro la vinificazione, del territorio e del clima che hanno reso quel vino unico. Questa consapevolezza aggiunge profondità alla degustazione, trasformando l'atto del bere in un'esperienza più contemplativa.
Infine, il vino, è un vero e proprio catalizzatore di memorie, capace di evocare momenti del passato, persone, sensazioni e luoghi.
Bere, assaggiare quindi un vino, può diventare molto più di un semplice atto di consumo. Si trasforma in una ritualità, un'esperienza che coinvolge mente e cuore, in grado di portare a una connessione profonda con se stessi, con gli altri e con il mondo che ci circonda, un viaggio nel tempo e nell’emozione.
Cin a tutti!
Aggiungi commento
Commenti