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I verdi boschi di Pertinello

Non prendo in considerazione le meraviglie architettoniche o artistiche, non so se c'è un progetto, se tutto è nato dal caso o siamo noi, piccoli uomini, a vedere le cose con occhi condizionati da esperienze, da influenze esterne o spinti nel giudizio secondo i dettami di qualcuno prima di noi. Fatto sta che, proprio viaggiando, ci rendiamo conto che i paesaggi naturali che vediamo, lungo il percorso, sembrano spesso progettati per trarre alla loro vista un determinato godimento, una certa soddisfazione. Dovremmo notare i particolari, la minuzia dei dettagli e così potremmo capirne l'insieme. Le sfumature di colore, i contrasti, le luci e le ombre, le forme, le linee, le curve. E tutto ciò cambia col passare delle ore, mutando di intensità, di tonalità. Che meraviglia, quale unicità. Su Marte non hanno boschi e fiumi, spiagge e scogliere.

Ma tutta questa meraviglia non è sempre vero che la si trovi ovunque, dove purtroppo l'uomo è intervenuto, a volte, ha rovinato per sempre alcuni ambienti, alcuni delicati equilibri che non potremmo mai più rivedere, vivere. Ma non è sempre detto. A volte, invece è proprio la sintonia tra uomo e natura che crea, realizza, stupendi contrappesi, suggestioni armoniche che colpiscono il cuore, prima della vista. Con sguardo umile puoi apprezzare un disordinato bosco che confina con un campo ben allineato in cui i solchi sulla terra arata creano geometrie perfette. Puoi apprezzare un abitato in sasso e pietra arroccato sulla parete di una maestosa montagna. Non elenco qui borghi bellissimi, meravigliose interazioni, miracolosi accostamenti che possiamo trovare in tutta la penisola dalla Valle d'Aosta alla Sicilia, perle di una sintonia perfetta tra uomo e ambiente naturale.

Percorrendo vallate, salendo e scendendo colline, attraversando antichi borghi mi immergo continuamente in questi paradossi di convivenza tra uomo e ambiente, spesso il rispetto di pochi uomini nei confronti della natura che li circonda, che li ospita, fanno da esempio ai più, che si appropriano del diritto di sfruttare incondizionatamente ciò che la terra stessa può regalare.

Di recente ho percorso nuovamente la strada che dalla Via Emilia, arrivati a Forlì, porta verso sud, verso le colline. Direzione Galeata.

La valle del Bidente prende il nome dall'arzillo e vivace fiume che la solca. Questo corso d'acqua è formato da tre rami minori, il Bidente di Corniolo, di Ridracoli e di Pietrapazza che dalle piuttosto alte cime romagnole, discendono verso la aride pianure ricche di colture e centri abitati. Interessante il rapporto di rispetto reciproco tra le acque del fiume e l'ambiente più o meno antropizzato che lo circonda. Il Bidente, bene o male, disseta la pianura e perché ciò avvenga è necessario prendersene cura, accudirlo, curarlo.

Del resto, nel 497 d. C. un tale di nome Teodorico soggiornò a Galeata durante i lavori per restaurare l'acquedotto che portava acqua a Ravenna. Il Bidente scendendo verso l'Adriatico accoglie le acque di altri rami secondari e sfocia a Lido di Dante.

Man mano che si sale verso le colline, lasciandoci alle spalle Meldola, il verde delle colline si sposa perfettamente con l'azzurro del cielo, i muri delle case diventano di sasso, la luce si fa più brillante. Arrivati a Civitella di Romagna si svela finalmente un primo, per me, esempio di splendida armonia di convivenza per lo meno estetica, tra ambiente e urbanizzazione. Al centro dell'abitato di Civitella svolto e mi dirigo verso una ripida salita, fiancheggiando la collina, per raggiungere la Tenuta Pertinello.

Di proprietà della famiglia Mancini è stata fondata nel 1996, si pone tra i 300 e 500 metri d'altitudine e dei suoi 55 ettari, 15 sono a vigna, il resto è bosco. E il bosco è lussureggiante, avvolgente, rispettato. Qui il bosco è ovunque e i suoi abitanti a quattro zampe come caprioli e cinghiali visitano spesso le vigne e le loro succose uve di Sangiovese piuttosto che di Riesling Renano. Il bosco restituisce poi i favori per la protezione che riceve, regola umidità e temperatura, sostiene i terreni e regola gli sbalzi termici, dona una vista spettacolare e ci omaggia con una biodiversità senza eguali.

Le altezze, l'esposizione a sud dei vigneti, le brezze perpetue e la relazione con il bosco danno vita a singolari produzioni di vino, esaltando le caratteristiche del territorio, donando ai vini i tipici connotati di freschezza, sapidità e tanto frutto, propri delle produzioni di questo versante della valle del Bidente.

Viene quindi naturale, in questa situazione ambientale, porre la conduzione delle viti in regime biologico e credo che qui, in questo contesto, sia stata la scelta più oculata e intelligente. Tutto il ciclo produttivo resta a "casa", dopo la raccolta tutti i passaggi della vinificazione, l'affinamento, imbottigliamento ed etichettatura non escono dalla tenuta. Cosa da tener conto.

Con il bravo Filippo Leoni, direttore di Pertinello, si cammina tra i filari e si percepisce, tangibile e consistente, questa immersione completa nella natura dove il colore dell'erba, e non scherzo, è di un verde inebriante, forse nemmeno i famosi prati irlandesi possono contare su una tonalità così intensa. Ci accompagna Francesco Falcone, mio vate ispiratore, sommelier di vasta esperienza internazionale, wine writer, sensibile poeta, conosciuto giornalista di settore, apprezzato maestro di diverse decine di laboratori annuali allestiti in tutto lo Stivale. Con noi i due fratelli Cecchini de La valle delle Lepri di Coriano Rimini (che visiteremo prossimamente), apprezzati produttori di vini tipici della bassa Romagna dove la vicinanza del mare e i terreni più argillosi calcarei donano ai vini una elegante finezza e una particolare sapidità. Completano la pattuglia in visita da Pertinello la brava Martina Ulderici, titolare di Trattoria Resiliente di Meldola Forlì, l'esperto Fabio Cavola di Cantinetta delle Corte di Coriano e l'impeccabile Roberto Celli, Locanda Appennino di Predappio Forlì. Che compagnia meravigliosa. Essere con tutti loro tra questi filari e a questo tavolo ad assaggiare vini è stata una vera sbornia. Altro che "La compagnia dell'Anello" di Tolkien.

L'unicità del bel pomeriggio romagnolo è stata sicuramente la tipologia di assaggi che non si è soffermata sulla produzione in commercio al momento ma è stata presentata, da Francesco e Filippo, la nuova produzione con qualche sorpresa.

Tra tutti gli assaggi vorrei soffermarmi sul Sangiovese vinificato in rosa, La Rosa di Pertinello Sangiovese Rosato IGT. Il vino è alla sua seconda vendemmia, l'eccellente produzione del 2019 ha spinto l'azienda a crederci e a mettere sul mercato il 2020. Uve che vengono dalla vigna più in quota dell'azienda, siamo a 450 mt e a queste altitudini, il Sangiovese matura più lentamente lasciando catturare al frutto tutto il terreno possibile, argilla, calcare, anche sabbia e un certo scheletro saranno gli elementi che comporranno anche la tempra salina che diventerà una peculiarità di questa bottiglia. Raccolta manuale, contatto con le bucce di 2, 3 ore, fermentazione in legno dove dopo 6 mesi verrà imbottigliato e passati altri 3 mesi potrà essere pronto. Il 2020, ancora piuttosto selvaggio non nasconde una dotazione di succo notevole senza nascondere una suadente violetta. All'attacco, il sorso esalta la tipica acidità del Sangiovese e chiude con una risoluta e già citata sapidità. Credo che i primi vagiti di questo rosato possano decisamente far ben sperare in una esaltante produzione, pensata per accostarsi alla tavola con uno sguardo al tutto pasto senza svilirsi un una banale bottiglia di comune vino rosè. Perché i vini rosa non sono sempre facili e beverini, ma dietro ai colori più o meno affascinanti nascondono eleganze e finezze inaspettate.

Dopo diversi assaggi, commenti, confronti e qualche fetta di salame saluto la compagnia e riprendo la strada verso la via Emilia, verso le mie terre di pianura a nord di Bologna.

Racconti di vino ma anche di salumi, di piatti tipici, esperienze, dove ognuno ha portato a tavola un po' di sè, un pomeriggio che mi ha particolarmente arricchito e versato ancora più carburante nel serbatoio dei pensieri nella consapevolezza che il mondo enogastronomico del nostro Paese non ha eguali nel pianeta. E nel Sistema Solare.

Ci siamo dati appuntamento ad un prossimo pomeriggio, porterò una mortadella artigianale di Bologna e Martina deve raccontarmi nel dettaglio i segreti della Spoja Lorda. Con che Pertinello accompagneremo i prossimi piatti?

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