- alessio atti
Missiroli, la Romagna nascosta
Salendo verso Santa Sofia provenendo da Forlì, si attraversano diversi bellissimi borghi antichi dove i muri di sasso prendono il posto dei mattoni, il verde dei boschi copre i calanchi biancastri e il cielo diventa azzurro. Si incontra Meldola e prima di entrare a Civitella di Romagna si arriva a Cusercoli. A destra, sulla Strada Provinciale 4, nascosta da un importante giardino si trova una dimora del XVIII secolo. Come sempre, capito per caso e forse, "capitare per caso", si rivela una meravigliosa esperienza. Qui si parla il "Sangiovese", una lingua senza incertezze di pronuncia, schietta e franca, e questo la dice lunga. Sugli 11 ettari vitati dell'azienda agricola ben 10,5 sono a Sangiovese e un mezz'ettaro a Merlot.
L'azienda esiste dal XIX secolo e l'antenato Annibale Bernabei, uomo di grande spessore culturale, umanistico e produttivo, preparava il terreno, letteralmente parlando, per una produzione vitivinicola di eccellentissima qualità. Valeria prosegue il lavoro dell'antenato con passione, tenacia e sacrificio. Ingredienti che spesso portano a grandi soddisfazioni. Qui si lavora la "terra", qui si fa il "vino", donna o uomo che tu sia, qui si lavora con passione, l'attenzione per la genuinità del prodotto porta anche ad annate dove non si imbottiglia per non abbassare la qualità dei vini. Le rese mai superiori al 65% con raccolte tassativamente fatte a mano, mantengono altissimo il livello di qualità del prodotto
“A proposito... da Forlì, percorrendo la provinciale 4, ci si dirige verso la diga di Ridracoli. Attraverseremo Meldola, Cusercoli, Civitella di Romagna, Galeata, Santa Sofia. Poi si arriva a Ridracoli. Qui possiamo divertirci con le innumerevoli attività proposte, in particolare un'avvincente visita della diga con il battello e guida a bordo. Le camminate e i sentieri ci fanno immergere in una natura lussureggiante. Siamo nella zona delle Foreste Casentinesi un luogo dove esistono ancora boschi incontaminati, dove la natura prende ancora il posto che merita. Per una sosta, ove consumare un pasto coi fiocchi, consiglio "L'Osteria di Via Zannetti" a Galeata oppure "La Campanara" a Pianetto.
Da Missiroli non si perde tempo, dopo una visita in cantina ci si siede ad un tavolo improvvisato, come la mia visita, e si inizia a parlare di annate e imbottigliamenti.
Gli assaggi possono iniziare con con l'outsider Merlot, vitigno internazionale che qui trova una sua dimensione. "Santagnese" è un 2017 in purezza che sviluppa un bel 14,5% di gradazione alcolica e dal colore rosso rubino intenso. Ci regala al naso un bouquet di frutti rossi e neri maturi, quasi in confettura. Un buon sorso sostenuto da una struttura non indifferente che evidenzia sentori di pepe nero, tabacco e un leggero tostato.
Caldo, morbido e suadente, i tannini sono dosati e leggeri. Intenso, persistente, quasi lungo. Adatto a piatti di media struttura a base di carni rosse e cacciagione sia da piuma che da pelliccia o formaggi di stagionatura media. Da provare con un brasato al merlot in salsa con frutti rossi e pinoli.
Passo al Sangiovese in purezza "Annibaldo" 2017. Che si presenta con un 14,5% di alcool. Rosso rubino con riflessi granati, naso alquanto floreale e fruttato, viola e rosa appassita si mescolano a ciliegia sotto spirito, mora, lampone e confettura di fragola. Spezie, pepe bianco e delicata vaniglia. Intenso al palato, i frutti neri e rossi diventano confettura mentre sul finire melograno, rabarbaro, bosso cuoio e spezie scure ci fanno tornare con i piedi per terra, anzi, sulla terra. La carica tannica si sente ma non è ruvuda. Giustamente acido, equilibrato ed elegante. Adatto a piatti strutturati con carni rosse, cacciagione, brasati ed arrosti, Degno di nota con formaggi di grande stagionatura. Lo proverei con un sincero piatto di strozzapreti al ragù di cinghiale.

Finisco con una perla, l'"Allegretto del Farneto" un Sangiovese 100% del 2008. Ci sarebbero da spendere parole e parole ma mi faccio sorprendere dalla consistenza del liquido rosso rubino con belle sfumature granate. Il naso è un intenso aroma di marmellate di frutti rossi e mostarde, tabacco e cuoio. Il palato, potente e lungo si sofferma su frutti neri maturi, prugna secca, mora e ciliegia stramatura, vaniglia, spezie. Un residuo zuccherino non invadente, bilanciato da un'acidità ben presente ma non incisiva. Un vino complesso ed elegante. Gradazione alcolica sui 14,5% da meditazione o da dessert, direi pasticceria secca o una buona "brazadela", quella dura. Non è una raccolta tardiva, un appassimento su graticci o in fruttai, è un Sangiovese lasciato riposare in pace, al buio e in silenzio per 10 anni in botti di rovere e poi altri 4 anni in bottiglia. Per nasi e palati preparati. Tanta roba!
Le proprietarie, Valeria, Renata e la mamma Giovanna mi accennano che la sera prima per cena hanno stappato un "Annibaldo" 1999. Se avessi voluto mi aprivano un "Annibaldo" 1996 ma per rispetto di quella bottiglia non l'abbiamo aperta. Io e "quella bottiglia" ci siamo dati appuntamento più avanti. Devo prepararmi.